22 dicembre – L’ombra dell’antica Torre sul campanile di San Giovanni

L’ombra dell’antica Torre sul campanile di San Giovanni: performance contemporanea di arte antica nel Solstizio invernale

Sabato 22 dicembre – Antico Palazzo Comunale – ore 9.30-11

“Performance” contemporanea di arte antica

La Fondazione Amleto Bertoni è lieta di presentare, all’interno degli eventi del Natale saluzzese, una “performance” artistica firmata Franco Giletta. Dopo la curiosità suscitata dalle foto dell’artista saluzzese un anno fa, oggi un vero e proprio evento/workshop per ascoltare, guardare e fotografare un avvenimento unico.

 

Il fenomeno della perfetta sovrapposizione dell’ombra della Torre Civica sul Campanile di San Giovanni a Saluzzo va vissuto come una vera “performance” artistica contemporanea di arte antica.
Da più di 500 anni questo fenomeno attendeva di essere conosciuto e fruito da un più vasto pubblico.
Ci viene unicamente richiesto lo sforzo di imparare a vedere e non solo guardare.
Così anche l’arte e l’architettura antica diventano contemporanee perché richiedono la nostra collaborazione, ci chiamano in un’ora, in un minuto particolare in cui dobbiamo raggiungerle. Contemporanea ne è la fruizione e la possibilità della sua riproducibilità all’infinito.

Nel periodo natalizio, in corrispondenza del solstizio d’inverno, l’antico Sol Invictus, l’ombra della Torre Civica si proietta perfettamente all’interno del campanile di San Giovanni e le due architetture diventano magicamente una nuova realtà. Come in una fantastica costruzione alla Escher, il Campanile di San Giovanni si appropria dell’anima della Torre generando una sensazione onirica di alterazione delle leggi naturali; una vera pittura solare.
Bisognerà pazientemente attendere un anno per rivederla così magica.

L’ombra della Torre nel periodo di novembre inizia a salire lungo il campanile e, con il passare dei giorni, raggiunge, nel periodo tra Natale e l’Epifania, la perfetta sovrapposizione. Poi nel periodo successivo, lentamente, ridiscende lungo il campanile medesimo, generando un fenomeno “fecondo” di suggestioni e interpretazioni.
Questa danza di luci e di ombre va, a mio parere, letta nel significato positivo della vittoria della luce sulle tenebre, così come lo è nella tradizione cristiana del Natale che cade proprio nei giorni del solstizio invernale.
Insomma, senza voler scomodare Platone o Jung, senza la percezione dell’ombra non avremmo la consapevolezza dell’essenza della luce.
Ad oggi non abbiamo riscontri di attendibilità storica che ci dicano se questa perfetta sovrapposizione e corrispondenza tra elementi architettonici dell’ombra e del campanile siano voluti o frutto del caso. Se di caso si tratta…si tratta di una caso fortunatissimo…una sovrapposizione così perfetta rappresenta un unicum in Italia per tipologia.
Ma gli elementi di suggestione che possono propendere nel farlo considerare un effetto voluto sono molteplici, a partire dal periodo dell’anno in cui avviene, legato al solstizio di inverno, al pagano Sol Invictus, e al Natale cristiano.
Insomma se, da storici, dobbiamo considerarlo una fortunata “sovrapposizione” di eventi, analizzando con attenzione tutti gli indizi rimane un grande spazio per suggestioni legate alla volontà dell’effetto dell’ombra.
Non dimentichiamo che la conoscenza esoterica, una cultura sapienziale diffusa in una seppure ristretta élite di personalità, trapela con forza in più architetture e opere artistiche, di epoche anche diverse, su tutto il territorio dell’antico Marchesato.
Come molti studiosi della simbologia hanno da sempre evidenziato, si va dai segreti solari e dalle architetture con anasimmetrie mimetizzate dell’Abbazia di Staffarda, alla sala del sogno pagano della Fontana della Giovinezza nel Castello di Manta, fino alle fantastiche grottesche del Castello di Lagnasco. Quasi percorsi iniziatici riservati, all’epoca, a pochi eletti che dovevano saper vedere oltre l’immagine.
La Torre poteva servire come strumento di misurazione del tempo, delle stagioni e come privilegiato osservatorio astronomico; una enorme meridiana non solo del tempo ma anche della cultura.

Seguendo queste suggestioni l’antica sapienza dei costruttori potrebbe trovare nell’ombra della torre un fantasmagorico esercizio, un rompicapo astrale. Ora quella sovrapposizione, come una sveglia, risuona in noi. Nell’epoca della riproducibilità può diventare un turistico richiamo iconico all’arte di Saluzzo la cui bellezza non finirà mai di meravigliarci e sorprenderci. E’ una “performance” di architetture che, grazie alla luce, diventano dinamiche… il campanile di San Giovanni, simbolo del potere spirituale, “abbraccia”, fino a contenere perfettamente in tutte le sue parti, l’ombra della torre, simbolo del potere temporale che, almeno in questo periodo natalizio, sembra così volersi fare più “piccola e bassa” come a “mettersi in ombra” … quasi a voler omaggiare il Natale.
Chi costruì l’ultima parte della Torre si divertì a rappresentare in un “gioco” questa danza, questa performance luminosa dei campanili? Quasi a voler imitare un gioco dinamico di ombre cinesi la silhouette si muove, appare, diventa potente e poi scompare nuovamente, senza peso, come un soffio di vento.
Il bello sta nel fatto che la perfetta sovrapposizione dura pochi istanti…un attimo che fugge e occorrerà aspettare nuovamente un anno per rivederlo con le stesse modalità.

Franco Giletta

 

Ingresso gratuito

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